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知らずに雇われたのではないか?疑問点の数々(コリエレ紙)
http://www.asyura2.com/0505/war72/msg/153.html
投稿者 kamenoko 日時 2005 年 7 月 15 日 23:49:50: pabqsWuV.mDlg
 

7月15日コリエレ紙の署名コラム”カミカゼ?知らずに雇われた?”を
要約します。

これまでの自爆テロリスト

 1 家族にビデオか手紙を残している
  (今のところ何も見つかっていない)
 2 実行直前に髭を完全に剃り落とす 
  (静止画が公開されたHasib Mir Hussain は髭をはやしたままだった)


イアン・ブレア氏は、カシミールやパレスチナとは少し違う可能性もあるが
自爆テロによる犯行と見ている。
しかし別の高官は、「開かれた民主国家の、開かれた都市(を攻撃するなら)
自爆の必要はない」と述べた。

疑問点
 1 起爆の方法
   事件直後の3日間、警察はマドリッド爆破(4つのうち3つがほぼ同時に
   爆発した)に使われたものと同種のタイマーの存在を語っていた。
   しかしこの種のタイマーを自爆テロリストが使用するのは、おそらく
   初めてのケースであろう。 
   何らかのトラブル、たとえばリュックを置いて逃げる必要がある状況が
   発生したときのための予備装置でない限りは。

   80年代の中東には、無自覚の者にタイマーつき”カバン爆弾”を持たせて
   犯行に及ぶ一派が存在した。
   
   
 2 数々の手掛かり
   バスの現場から見つかった身分証明書が、リーズのアパートとルートン駅の
   車に警察を導いた。アパートからは大量の爆発物が発見され、車からは
   爆破物と起爆装置が発見された。

   実行犯らが車に爆発物を残したのは、どういう理由によるのか?
  
   車の中にはまた、エジプト人科学者の携帯電話が残されており(*)、ここから
   爆弾製作に関わった疑いがあると見られる新たな容疑者が浮かび上がった。

   このことから政府は新たな波状攻撃を警告している。

   しかし(攻撃を続けるなら)最初の実行者や出発点(リーズ)を特定できる
   手掛かりが残されていた理由は?

 2 プロパガンダ効果
   これまでのところ、信憑性が疑われるインターネット犯行声明がひとつ存在
   するだけだ。該当声明には、自爆テロに言及していない。
   イギリス人の若者が、首都の地下鉄で自爆テロを起こす。もし声明やビデオが
   あれば、これが我々に与えるインパクトを想像してほしい。

 3 単独行動
   4人は駅で別れ、うちひとりはバスに乗って単独ミッションに出た。8:30から
   バスが爆発する9:47分まで、単独行動だった。(まるで標的を探すように?)
   駅の入り口で爆発させる予定だったが、すべての駅が閉鎖されたために
   近づけなかったと警察は見ている。(乗客のひとりが、心配そうに両手で背中の
   リュックサックを確かめる少年を目撃している。爆破させるつもりだったのか?
   それとも時間通りに爆発しないので心配になったのか?)

   ところが警察は、少年と一緒にいた人間の目撃情報を求めている。
   パレスチナでしばしば見られたように、実行者を”ロボット”とみなし、
   作戦を完璧に遂行するために同行する人間がいたのだろうか?
   
 4 使用された爆薬の量(4-5キロ)は、非常に少ない。

戦闘員というより雇われだった可能性も否めない。

Erano kamikaze o reclute inconsapevoli?Barbe non rasate, timer negli zaini, nessun biglietto: forse non pensavano di moriredi Guido Olimpio STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
«Presumibilmente hanno voluto compiere un attacco suicida, però occorre considerare che il modus operandi non è quello classico del kamikaze in Kashmir o in Palestina». Per l’alto ufficiale «per colpire una città aperta in una democrazia aperta non è necessario ricorrere» a una missione suicida.

Le parole di Ian Blair, capo della polizia di Londra, sembrano nascondere qualche dubbio sulla dinamica dell’attacco. Partiamo dalla bomba. Nei primi tre giorni gli investigatori hanno parlato della presenza di timer facendo delle analogie con la strage di Madrid: tre delle quattro esplosioni sono state quasi simultanee.

Sarebbe però la prima volta che un kamikaze utilizza questo metodo di innesco, a meno che non si sia trattato di un sistema di riserva. Nel caso che il terrorista avesse avuto dei problemi poteva abbandonare lo zaino e andarsene.

Dunque hanno agito come uomini- bomba ad orologeria. Ma c’è chi avanza l’ipotesi che il team non sapesse di andare incontro alla morte e che siano rimasti vittime del loro mandante. Guardiamo ad altri teatri operativi.
Negli anni ’80 una fazione mediorientale, specializzata nelle valige- bomba, usava l’attentatore inconsapevole manomettendo il timer.

Nell’attacco dell’11 settembre non tutti i dirottatori conoscevano l’obiettivo finale. Nel massacro di Casablanca (maggio 2003) due kamikaze erano legati insieme da un paio di manette. A Bagdad i seguaci di Al Zarkawi hanno fatto detonare con il telefonino il veicolo condotto da un loro complice. Nella foto che lo ritrae il giovane Hasib Mir Hussain appare con un filo di barba mentre di solito i kamikaze si radono completamente.

Nelle case perquisite non è stato poi rinvenuto — fino ad oggi— un video o un testamento, né la classica lettera alla famiglia. Davvero strano per il primo attacco suicida compiuto da cittadini occidentali in Europa. Nei comunicati di rivendicazione —anche se vi sono dubbi sull’autenticità —non compaiono riferimenti specifici a un’azione kamikaze. Immaginate l’impatto propagandistico del filmato con un giovane inglese che spiega il suo «martirio » nel Tube. Altra stranezza: i documenti. La polizia sostiene di aver rinvenuto sui resti carte che hanno permesso l’identificazione. Da qui gli investigatori sono risaliti agli appartamenti di Leeds e alla vettura parcheggiata alla stazione di Luton. All’interno c’era una scorta di esplosivo e il telefonino del chimico egiziano, sospettato di aver avuto un ruolo nella preparazione degli ordigni. Tracce che dovevano essere cancellate. Ad alimentare le domande c’è poi il comportamento di Hussain. E’ al punto di incontro con i compagni e poi parte come un automa per la missione. Dalle 8.30 alle 9.47—ora in cui salta per aria sul bus 30 — è come in caccia dell’obiettivo. La polizia ritiene che volesse raggiungere il metrò ma che la chiusura di tutte le stazioni dopo le prime deflagrazioni glielo abbia impedito. Gli scampati del bus hanno raccontato di quel giovane agitato con le mani dentro uno zainetto. E’ stato lui ad attivare la bomba? Il suo timer era programmato su un’ora diversa? E’ interessante sottolineare che la polizia ha lanciato un appello ai cittadini per scoprire se Hussain sia stato visto insieme a qualcuno. Chi stanno cercando gli investigatori? Forse «l’accompagnatore », il complice che porta il kamikaze vicino all’obiettivo assicurandosi che non vi siano intoppi. Figura che compare spesso nelle missioni degli uomini-bomba palestinesi in Israele. Considerano gli attentatori dei «robot» e uno di loro, incontrato a Nablus, ci ha spiegato la filosofia: «E’ lo shahid che ci chiede di mandarlo incontro alla morte, non siamo noi».

Riesaminando il dossier dell’inchiesta un punto importante è quello dell’esplosivo. I presunti kamikaze ne hanno usato davvero poco: 4-5 chilogrammi per ogni ordigno.

La polizia ne ha invece trovato grandi quantità all’interno di una casa di Leeds e sull’auto a Luton. In pratica un deposito. A cosa serviva quella scorta se i quattro dovevano saltare per aria nell’azione del 7 luglio? La risposta è che l’esplosivo doveva servire all’ondata successiva di attacchi e dunque — come hanno avvertito le autorità—ci sono in giro altri militanti.
Una ragione in più, allora, per proteggere l’identità del primo team e le basi di partenza.

Quindi abbiamo una organizzazione capace di ottenere esplosivo potente, di ideare un piano letale, di individuare dei ragazzi in grado di attuarlo e di gettarli come «vuoti a perdere». Più reclute che soldati. Ma la stessa organizzazione qaedista, all’opposto di Madrid, non sembra preoccuparsi di proteggere il network, di usare i kamikaze come missili intelligenti. Eppure aveva alternative. Solo la cattura della mente sgombrerà il campo dagli interrogativi.
15 luglio 2005

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